Dove eravamo rimasti...
Un nuovo episodio del podcast "A proposito di" sarà online tra qualche giorno. Finalmente! Inoltre, in questa newsletter: un ringraziamento, un lamento e qualche spoiler sulle prossime uscite
Prima di iniziare voglio dare un sincero benvenuto a tutte le persone che si sono iscritte nei giorni scorsi a questa stramba newsletter e che, da quel momento, non hanno mai ricevuto una parola* da parte mia. A tutti loro, insieme agli amici che oltre al podcast hanno deciso di seguirmi anche qui, dedico la mia parola preferita:
Grazie!
*mai ricevuto una parola = già che ci sono contestualizzo meglio…
A proposito di è un progetto figlio del primo lockdown. Così come è capitato a tante persone, una volta chiusi in casa e terminati i corsi online di yoga , il catalogo di Netflix, le sperimentazioni sulla panificazione casalinga, gli inni cantati a squarciagola al balcone, ecco, a un certo punto ci siamo chiesti: “e adesso?”.
Il mio “e adesso?” ha trovato risposta nel podcast, ovvero nella riconversione di una cosa - le interviste - che prima di allora mi piaceva fare con il linguaggio del video. Dalla prima stagione ho avuto enorme soddisfazione: non solo ho imparato molto, ma gli ascolti (o, meglio, i downloads) sono andati oltre ogni aspettativa. Ogni puntata mi ha dato la possibilità di entrare in contatto con persone di cui ho molta stima e molto “da assorbire”. Dopo la prima stagione è arrivata la seconda , attualmente in corso, di cui lo scorso 9 luglio ho pubblicato il primo episodio. I numeri riprendono subito a impennarsi nonostante A proposito di sia un podcast a bassa intensità con le puntate, diciamo una quindicina all’anno, che escono senza una cadenza precisa (come le buone prassi vorrebbero).
Tra le novità portate insieme alla seconda stagione c’è anche questa newsletter.

O non-newsletter, se vogliamo. Perché, anche qui: nessuna cadenza regolare, niente regali (nemmeno un misero codice sconto per l’abbonamento a qualche VPN come va tanto di moda) e, soprattutto, record mondiale per la trasgressione di tutte le regole di buon senso necessarie ad una newsletter di successo.
Ma nonostante tutto le iscrizioni stanno arrivando a decine. Così che penso di avere, da qualche parte nel mondo, un omonimo di grande successo di cui per qualche ragione ho sempre trascurato l’esistenza: è ovvio, si tratta per forza di un grande equivoco.
Tuttavia, ci sono tre cose che questa newsletter promette:
la sua stretta connessione con il podcast, ogni volta che viene pubblicato un nuovo episodio soltanto gli iscritti a questa newsletter ricevono la versione video dell’intervista, con pochissimi tagli e un bel po’ di “fuori onda”
il fatto di arrivare, a volte in maniera non connessa ad un episodio (come in questo caso), soltanto se “ne vale la pena”. Per questo non amo le cadenze regolari che mi costringerebbero invece a cercare contenuti a prescindere dalla loro qualità
niente spam, niente sponsored links, niente #adv in nessuna forma
Ecco le mie tre ragioni per continuare a seguire questa newsletter (e il podcast!) rivolte a tutti coloro che sono capitati qua per caso, per errore o a causa del mio misterioso omonimo di grande successo :)
Almanacco delle interviste mai realizzate
Ehhh quanta amarezza, certe volte. Quasi sempre per causa di una serie di sfortunate casualità, ma inizio ad avere un dossier piuttosto ricco di belle storie mai raccontate. Potenzialmente belle. Perché quell’intervista, quell’incontro o quella cosa, alla fine, non si è mai realizzata.
Le disgrazie sono certamente altra cosa, tuttavia il fastidio insieme a quel senso di insoddisfazione per l’occasione mancata che mi resta cucito addosso sono sentimenti difficili da lavare via. Ce ne sono tre, in particolare, che non riesco a togliermi dalla testa. Ma non è di questo che voglio parlare oggi (un giorno, prometto, lo racconterò perché sono episodi a loro modo divertenti, nonostante l’epilogo).
Quello che voglio dire è che situazioni di questo genere, oltre al mancato lavoro svolto, portano con sé una notevole perdita di tempo: quello dedicato inutilmente allo studio, alla ricerca, alla preparazione (un tempo letteralmente perso, perché sottratto ad altre cose) e, se l’occasione prevede spostamenti, attrezzature o il coinvolgimento di altre persone, anche di denaro.
Ecco, con le dovute proporzioni una cosa del genere mi capita di viverla anche con il podcast. Per esempio: tra il quarto episodio (era il 15 ottobre) ed il quinto di imminente pubblicazione, ce ne sarebbero dovuti essere altri tre di mezzo. Fissati, concordati, ampiamenti discussi. Ma quando le forze dell’universo ti sono avverse non c’è nulla da fare. Pazienza, dico. Si recupereranno più avanti. In questo caso il tempo speso per lo studio, la ricerca, la preparazione non è certo buttato: tornerà utile nel momento in cui potrà realizzare l’intervista. Però che questa cosa potesse capitarmi consecutivamente per tre volte, invece, non me l’aspettavo. Da qui la (troppo) lunga attesa tra l’ultima puntata e la prossima.
Due parole sulle prossime puntate
La quinta puntata, quella che potrete ascoltare tra qualche giorno su tutte le piattaforme (e, solo qui, anche vedere) sarà dedicata alla comunicazione di impresa, in particolare parliamo di un’attività del nord-est dalla lunga e importante storia. A parlare con me ci sarà una persona che è un distillato di energia e di competenza, uno spirito puro, caparbio, determinato. Una prof che è anche una influencer. Una pecora nera, entusiasta e intelligente, capace di emozionare e di emozionarsi quando parla del suo lavoro.
Con tutti questi indizi disseminati non mi sento di aggiungere altro. Vediamo chi indovina? Il primo che mi scrive il nome vince un buono sconto per una VPN non vince niente. Però se hai indovinato, dimmelo. Che poi qualcosa m’invento.
Per quanto riguarda le prossime puntate, sicuramente vorrei trattare:
la comunicazione della guerra (non voglio parlare *della guerra* ma di come si fa a raccontarla una cosa così terribile. Qual è la formula, quali sono gli anticorpi necessari. Della sottile linea rossa che divide informazione e propaganda. Delle fonti e di come distinguerle. Di come, una volta immersi in quell’inferno, è possibile ritornare ad altre routine. Eccetera. Eccetera. Eccetera.
i podcast, quelli belli (visti da dentro, aprendoli, smontandoli e rimondandoli, approfondendo tutti gli aspetti che, sapientemente mescolati, danno origine all’alchimia)
la comunicazione dei luoghi (o del turismo, non so, ci sto ancora pensando - ho una mezza idea che mi piacerebbe percorrere)
e poi ho in mente due cose, forse tre, sul giornalismo in luoghi ostili. Però una di queste tre è particolarmente difficile, ed è proprio quella da cui mi piacerebbe iniziare
Ne ho altre, ma mi fermo qui. Se ci sono temi che ti piacerebbe che trattassi nelle prossime puntate del podcast sarei felicissimo di leggere i tuoi consigli.
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